Libia - Tripolitania: Leptis Magna
Il sito archeologico inizia con l'Arco di Settimio Severo all'incrocio fra il decumaus maximum, che collegava la città con l'interno, e il cardo maximus che l'attraversava in direzione del mare.
![]() Arco di Settimio Severo. - Fronte sud. |
![]() Arco di Settimio Severo - Lato est. |
L'arco fu eretto nel 203 d.C. per la visita dell'imperatore nella sua città natale; ha forma quadrata su quattro pilastri, posto all'incrocio fra due strade principali. Su tutti e quattro i lati vi sono due colonne corinzie e un timpano spezzato. I pilastri hanno all'esterno, decorazioni di marmo a motivi vegetali e, all'interno, rilievi i cui originali si trovano ora nel museo annesso al sito. Il restauro dell'arco, iniziato negli anni '30 dagli Italiani, prosegue ancora.
Superato l'arco si trovano sulla destra i grandiosi resti delle Terme di Adriano vicino al corso dell'uadi Lebda da cui prelevavano l'acqua. Dall'ingresso si accede alla natatio, una grande piscina scoperta circondata su tre lati da un portico con colonne corinzie in breccia rosa, da qui si passava agli altri ambienti, il frigidarium, il tepidarium e il calidarium.
A nord delle Terme si trova la grande palestra, un piazzale di forma ovale circondato da un portico a colonne e, all'estremità, una fontana monumentale, o Nymphaeum, semicircolare.
LEPTIS MAGNA - LE TERMEA sinistra, la Natatio delle Terme di Adriano. |
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Dalla Palestra, vicino al Nymphaeum, inizia la Via Colonnata, lunga circa 400 m e larga 21, che conduce al porto.
La strada, simile a quelle che si trovano nelle città romane in Giordania e Siria, era una volta fiancheggiata da portici tutti crollati per i terremoti e dei quali quasi nulla è rimasto, essendo stato quasi tutto asportato.
Il Foro è una grande piazza di 100 x 60 m circondata da portici a colonne, ma le colonne sono sparite e una parte del portico con le arcate è stata poggiata sui capitelli.
LEPTIS MAGNA - FORO SEVERIANOA sinistra, vista del Foro; a destra il Portico poggiato sui capitelli. |
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![]() Foro Severiano - Testa di Nereide. |
![]() Porta di accesso alla Basilica Severiana. |
L'area del Foro è ingombra di resti architettonici caduti e interessanti sono i capitelli decorati con foglie di acanto e di loto. Dal Foro Severiano si passa per una porta alla Basilica che ha avuto come modello la basilica Ulpia del foro Traiano di Roma.
Si tratta di un'aula rettangolare chiusa alle due estremità da due absidi a semicupola e divisa in tre navate da due file di colonne. Ai lati di ciascuna abside vi sono due pilastri dalla ricchissima decorazione con tralci di vite e figure di animali e divinità. Al tempo di Giustiniano la basilica fu trasformata in chiesa e l'altare fu posto nell'abside nord occidentale.
Alla fine della via Colonnata si è nella zona del porto ormai completamente interrato. Le banchine del porto si trovavano sulle rive dell'uadi Lebda che qui formava un estuario.
Al tempo di Nerone il porto era stato riprogettato e protetto da una lingua di terra e all'estremità posto un faro, poi al tempo dei Severi era stata creata una diga a monte del fiume per ridurre i detriti dal fiume, ma l'insabbiamento proseguì dal mare e finì con interrare definitivamente il porto alla fine del III secolo. La zona del porto è anche la più antica perché abitata fin dal periodo punico e c'è un'iscrizione in caratteri latini e neopunici.
A occidente del porto c'è anche l'antico Foro, dove la città romana si sovrappose a quella punica, e fu monumentalizzato al tempo di Augusto; vi sono i resti di tre templi dedicati a Liber Pater, a Giove e ad Augusto. Quando la città fu ripresa dai Bizantini nel 533, questa parte insieme al porto fu cinta di mura per difendersi dagli attacchi delle tribù berbere. Il cardo maximus arrivava qua ed è rimasta la porta bizantina con le fortificazioni.
Percorrendo poi il cardo maximus in direzione dell'Arco di Settimio Severo s'incontrano due archi onorari, il primo quello di Tiberio eretto nel 35-36, il secondo quello di Traiano quadrifronte in corrispondenza di un incrocio, eretto nel 109-110 d.C. forse in occasione del riconoscimento di colonia della città.
Sul lato destro del cardo si trova il grande Mercato di età augustea costruito da un ricco cittadino, Annibale Rufo, come ricorda un'iscrizione, ma poi abbellito e ricoperto di marmi in epoca severiana.
![]() Mercato - Banchi del pesce. |
![]() Mercato - Unità di misura. |
Sul lato sud del mercato si trovano le basi marmoree dei banchi del pesce decorate con coppie di delfini.
Fra i due padiglioni è esposta inoltre la tavola in pietra, dove sono incise le unità di misura di lunghezza ufficiali valide nel III secolo: sono dall'alto: il braccio punico (51,5 cm), il piede romano (29,6 cm) e il braccio tolemaico (52,5 cm). Qui è esposta una copia e l'originale si trova nel Museo.
Vicino al Mercato è il Teatro, che domina la città e il mare e anche questo fu donato dallo stesso Annibale Rufo che fece costruire il Mercato.
Costruito nei primi anni del primo millennio questo è uno dei primi teatri romani in muratura e sorge su una zona prima occupata da una necropoli punica. La cavea è semicircolare, per la parte bassa sfrutta un pendio naturale e poi è sorretta da sostruzioni.
Il frons scenae ha tre esedre con tre ordini di colonne, ma è rimasto solo il primo.
LEPTIS MAGNA - IL TEATRO |
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Durante il regno di Antonino Pio, le colonne, prima in calcare, furono sostituite con quelle in marmo e tutta la scena fu rivestita di marmo.
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Fuori dalla città, circa 10 km a ovest e vicino al mare, si trovano i resti di un anfiteatro e uno stadio, ormai poco visibile, unico in muratura in Libia e uno dei più grandi perché misura 450 x 100 m.
![]() Triade Capitolina dell'Arco di Settimio Severo. |
![]() Statua di Serapide. |
Il Museo, che si trova vicino all'ingresso della zona archeologica, è uno dei più interessanti della Libia e contiene una preziosa collezione di oggetti provenienti da scavi anche in località distanti da Leptis Magna.
Si comincia con i corredi funerari trovati nell'area del cimitero punico, dove sorge il teatro, ceramiche attiche, oggetti provenienti dall'Etruria, urne cinerarie, iscrizioni in punico e latino. Vi sono poi i rilievi originali dell'arco di Settimio Severo, fra cui una scena di sacrificio e una triade capitolina in cui Giove e Giunone hanno le sembianze di Settimio Severo e della moglie Giulia Domna. Tra le numerose statue, molte delle quali provenienti dal Teatro, c'è quella di Serapide con accanto, il cane Cerbero. Vi sono 11 bellissime urne cinerarie e moltissime monete facenti parte di un tesoretto di più di 100000 pezzi, forse nascosto dai militari.
![]() Vasi da urne cinerarie. |