Le Svalbard - Ritorno allo Isfjorden
Il 7 agosto è l’ultimo giorno della crociera sulla Polar Star. Di mattina la nave entra nell'Isfjorden, dove si trova anche la capitale Longyearbyen, ma si ferma sulla costa nord a Trygghamna (Porto sicuro), ai piedi di una cima di roccia detta Alkhornet dove nidificano colonie di uccelli in prevalenza gabbiani tridattili e urie di Brunnich. Trygghamna si trova proprio all’ingresso dell'Isfjorden ed è stato un posto di osservazione elevato e di avvistamento per i balenieri nel 1600 e 1700. Anche i cacciatori Pomoni dalla Russia crearono qui una stazione di caccia, già forse dall’inizio del 1800, e vi svernavano per procurarsi le preziose pellicce invernali degli animali.
INGRESSO ALLO ISFJORDEN - LA MONTAGNA TRYGGHAMNAA sinistra, il picco della montagna Trygghamna, punto di osservazione. |
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Si scende a terra alle 9:30 salendo il pendio ai piedi di Alkhornet. La vegetazione qui è più ricca, alimentata dal guano degli uccelli e copre con un manto verde e morbido tutto il pendio. C’è una colonia di renne che pascola.
LE PRIME RENNE SUL PENDIO |
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Si tratta di una specie di renna diversa da quella che si trova nei paesi scandinavi e in Siberia, ed è più simile alle renne americane (Caribù), più tozza e con corna più brevi ma più pesanti. Le renne non fuggono e si lasciano avvicinare.
RENNE CARIBÙ |
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RENNE CARIBÙ |
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Tornati a bordo, alle 12:00 la nave riprende la navigazione all’interno dell'Isfjorden fino all’ingresso di un ramo nord-orientale, il Billefjorden. Qui si trova la Baia della Fortezza (Skansebukta) ai piedi di una montagna di gesso stratificata che ha l’aspetto di una fortezza (Skanse). La sua origine rimonta al Carbonifero-Permiano, 300 a 250 milioni di anni fa, quando si formarono depositi marini di 800 m di spessore, mentre il sollevamento tettonico è del tardo Terziario (Cretaceo).
BAIA DELLA FORTEZZA (SKANSEBUKTA)A sinistra, la montagna di gesso. |
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La spiaggia a est è stata dichiarata eredità culturale connessa alla storia mineraria del posto perché gli Svedesi cercarono di sfruttare i giacimenti di gesso scavando nel 1911-12 una galleria sotto la montagna, ma presto l’impresa si dimostrò antieconomica e fu abbandonata.
Alle 16:00, si scende a terra per un’ultima escursione. Dalla spiaggia parte un tratto di binario fino alla base della montagna ed entra in una galleria penetrando per circa un km nello spessore dei detriti fino alla roccia compatta, dove si estraeva il materiale.
LA MINIERA DI GESSOA sinistra, la montagna sopra la miniera. |
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Il materiale era portato dai carrelli fino al mare e trasbordato con un battello su navi più grandi. Il relitto del battello usato per il trasbordo del materiale si trova abbandonato sulla spiaggia e, all’altra estremità, c’è una baita per i minatori.
LA MINIERA DI GESSOA sinistra, il relitto del battello usato per portare alle navi il minerale. |
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La crociera finisce a sera con una festa e il saluto del comandante e del team degli accompagnatori. Il mattino del giorno dopo, l’8 agosto, la nave è ormai attraccata al porto di Longyearbyen; si scende a terra per il trasferimento in aeroporto e il volo per Tromso.