Vi si entrava attraverso la Porta del Saluto, fra due torri, fatta costruire da Solimano il Magnifico nel 1524; sulla sinistra sono gli edifici più importanti con la Sala del Divano, il Consiglio di stato, poi c'è il complesso dell'Harem, dove vivevano le donne e gli eunuchi, gli appartamenti del sultano e la sezione riservata ai suoi figli detta la "gabbia d'oro". Sulla destra c'è il lungo edificio delle cucine del palazzo, dove ora si trova una grande collezione di ceramiche. I tesori degli ottomani sono raccolti in altri edifici. C'è anche un ristorante con vista sul Bosforo.
TOPKAPI: BAB-I-SELAM O PORTA DEL SALUTO
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Questa è la porta monumentale da cui si accede al secondo cortile e alla zona residenziale del Topkapi, oggi tutta adibita a museo. Lo stile si richiama a quello dei castelli europei che Solimano aveva ammirato durante le sue campagne nei Balcani e in Ungheria.
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MUSEO TOPKAPI: SALA IMPERIALE E TRONO
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La sala è del 1700 decorata con ceramiche blu di Nicea. Il trono detto sofasi, da cui la parola sofà, era largo e profondo per sedersi a gambe incrociate.
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MUSEO TOPKAPI: IL TESORO
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Questo è il pugnale del sultano Mahmud V (1730-1754) che fu inviato in dono a Nadir Shah dell'Iran, ma non fu consegnato, perché il destinatario nel frattempo era stato detronizzato, e quindi ritornò al tesoro ottomano. Il pugnale è in oro con tre grossi smeraldi incastonati nell'impugnatura. Un altro gioiello unico della collezione è il Diamante Cucchiaio, con una pietra da 86 carati al centro e 49 brillanti intorno, montati in oro.
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MUSEO TOPKAPI: PANORAMA SUL BOSFORO
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Questa è la terrazza del ristorante del museo che guarda verso l'ingresso del Bosforo. Dove inizia lo stretto, si distinguono i due piloni che sostengono il ponte sospeso che lo attraversa. Questo è il primo dei ponti sul Bosforo costruito nel 1973, lungo 1420 m e alto 64 m. Un secondo ponte fu costruito nel 1989 .
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All'interno del primo cortile del palazzo Topkapi si trova il Museo Archeologico, la cui costituzione risale al 1881 e raccoglie reperti classici provenienti da varie parti dell'impero ottomano e in particolare dal Libano e da Sidone. Tra i pezzi più importanti, il supposto sarcofago di Alessandro Magno del IV secolo a.C. con scene di caccia e lotta fra Persiani e Greci.
Museo è pure la basilica di Santa Sofia che conserva all'interno anche le modifiche della sua trasformazione in moschea.
La basilica di Santa Sofia (Hagia Sophia) fu inaugurata dall'imperatore Giustiniano nel 537 e fu un'opera imponente e un capolavoro di architettura e di statica, fu eretta sul luogo delle rovine di quella di Costantino, distrutta da un incendio nel 404, e di quella a 5 navate di Teodosio II, distrutta durante la rivolta di Nike del 532.
MUSEO DELLA BASILICA DI SANTA SOFIA
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L'esterno è ora appesantito da contrafforti e dagli edifici aggiunti nei secoli successivi, ma dall'interno si ha un'impressione di leggerezza osservando la grandiosa cupola di 31 m di diametro e alta 56 m dal suolo, sorretta intorno da una serie di semi cupole e dai loggiati.
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Un altro gioiello bizantino, secondo solo a Santa Sofia, è il museo Kariye, nome turco dato alla chiesa e al monastero di S. Salvatore in Chora, dove Chora voleva dire in greco fuori le mura, perché allora fuori dalla cinta di Costantino. Il complesso fu trasformato in moschea nel XVI secolo, mosaici e dipinti furono imbiancati, ma si sono conservati e sono stati riportati alla luce durante i restauri del 1948 e 1958. Le origini della chiesa sono del secolo XI, ma fu rifatta e abbellita all'inizio del 1300 sotto i Paleologi e di questo periodo sono i dipinti e i mosaici più belli che si rifanno all'arte antica con forme già rinascimentali nelle raffigurazioni ed espressioni del viso, nella sagoma dei corpi, nelle pieghe degli abiti e negli sfondi delle scene.
S. Salvatore: Dormitio Virginis (mosaico). |
LE MOSCHEE
Lo splendore dell'impero ottomano è ancora vivo nelle due grandi moschee: la prima quella di Solimano il Magnifico, costruita fra il 1550 e il 1557 dal famoso architetto Sinan, e considerata la più bella e la più perfetta, la seconda è la Moschea Blu fatta costruire dal sultano Ahmet I nel 1609 da un architetto allievo di Sinan, unica con 6 minareti come quella della Kaaba alla Mecca che, per mantenere il primato, ne aggiunse uno.
MOSCHEA DI SOLIMANO VISTA DAL TOPKAPI
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La moschea di Solimano domina da uno dei 7 colli la riva ovest del Corno d'Oro con le sue cupole e i 4 alti minareti che hanno in complesso 10 balconcini, gli anni di regno di Solimano all'epoca della costruzione. L'architetto Sinan, il Michelangelo turco, la costruì in 7 anni, dal 1550 al 1557, e prese a modello Santa Sofia, ma la cupola è più piccola, 27 m di diametro e alta 48 m.
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MOSCHEA DI SOLIMANO, VISTA DAL CORTILE
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Come in Santa Sofia, la cupola centrale è sorretta da altre semi cupole e strutture esterne e l'interno si presenta ampio e leggero. Alla cupola si deve anche l'acustica perfetta dell'interno. Alla moschea sono annessi una scuola coranica, un ospedale, alloggi per i pellegrini e in un cortile si trovano le tombe di Solimano, della favorita Roxelana e dello stesso architetto Sinan.
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LA MOSCHEA BLU
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Questa moschea si trova di fronte a Santa Sofia con cui doveva rivaleggiare, ebbe il nome di Moschea Blu per la decorazione interna fatta con 20000 piastrelle di maiolica blu di Nicea che ricoprono le parti inferiori delle pareti e i matronei. Dei 6 minareti che circondano la moschea, se ne vedono solo 4 perché gli altri due sono fuori campo, sulla destra. |
LA MOSCHEA BLU VISTA DAL CORTILE
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Come si vede la configurazione architettonica è simile a quella di Solimano perché l'architetto Mehmet che la costruì era allievo di Sinan. |
Bazar delle spezie. |
Bazar coperto (Foto 1999). |
Le ricchezze dell'oriente si scoprono nei bazar, fra cui il bazar delle spezie o bazar egiziano e il bazar coperto, dove ogni corporazione aveva la sua strada.
Nel 1800 Istanbul fu raggiunta dalla ferrovia e la stazione terminale sul Corno d'Oro fu il punto di arrivo dell'Orient Express.
L'edificio della stazione è stato conservato con i suoi ricordi della Belle Epoque e trasformato in ristorante.
GLI ALTRI QUARTIERI DI ISTANBUL
La Città Nuova e la Torre di Galata. |
Il secondo ponte sospeso sul Bosforo. |
A nord del Corno d'Oro, separati da questo da un braccio di mare ma ancora sulla riva europea del Bosforo, si trovano i quartieri della Città Nuova che iniziarono a svilupparsi in epoca bizantina per opera dei mercanti genovesi. Durante l'impero ottomano divenne la zona delle delegazioni e dalle ambasciate degli stati europei. Il punto più caratteristico è la torre di Galata, costruita dai Genovesi nel XIV secolo, che era la torre più settentrionale della cinta muraria.
Il Bosforo separa la parte europea da quella asiatica di Istanbul che è la più popolosa; è attraversato da due ponti sospesi, il primo ponte si trova all'imbocco del Bosforo, è visibile dal Corno d'Oro e congiunge direttamente i quartieri europei con quelli asiatici; il secondo ponte, nella figura, è più arretrato ed è anche il più lungo; fu costruito nel 1989.
POESIA DI ORHAN VELI "ASCOLTO ISTANBUL"
Per completare si riporta la poesia di Orhan Veli (1914-1950) che esprime il suo sentimento di amore per la città.
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Istanbul ascolto, stando con gli occhi chiusi. Una leggera brezza spira, assai dolcemente, Cullando dai lontani alberi fonde e foglie, Tutto vicino è immoto, mentre tendo l'orecchio. Remota la campana tintinna dell'acquaiolo, Di Istanbul io resto, silenzioso, in ascolto. Istanbul ascolto, stando con gli occhi chiusi. E passano, e li odo, uccelli migratori, Lassù nel cielo in fitte file tutto un gridio. I pescatori salpano le reti traboccanti, I piedi d'una donna nell'acqua sono immersi, Di Istanbul io resto, silenzioso, in ascolto. Istanbul ascolto, stando con gli occhi chiusi. Le volte del bazar son fresche, tanto fresche, Mahmut Pascià di gente è brulicante, Di tubanti piccioni son pieni i suoi cortili. Rumori di martelli salgono su dai moli, Nel dolce vento fluttuano odori di sudore. Di Istanbul io resto, silenzioso, in ascolto. Istanbul ascolto, stando con gli occhi chiusi. Uno yali con le ombre dei vuoti imbarcaderi, Serba nella memoria le ebbre gioie di un tempo, Nel brontolio dei venti del Sud, ora placati. Di Istanbul io resto, silenzioso, in ascolto. Istanbul ascolto, stando con gli occhi chiusi. Una bellezza viene avanti sul marciapiede; Lazzi, canzoni, frizzi, ironiche ballate. Dalla mano le cade un oggetto - una rosa. Di Istanbul io resto, silenzioso, in ascolto. Istanbul ascolto, stando con gli occhi chiusi. Batte un uccello le ali attorno alla tua veste, E so se la tua fronte è fresca o calda appena, Se le tue labbra sono umide oppure secche, Bianca e grande la luna si leva di tra i pini, I battiti del tuo cuore tutti li percepisco, Istanbul ascoltando.
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TERREMOTO AD ISTANBUL
Il 17 agosto 1999, durante il primo viaggio, un disastroso terremoto ha colpito la Turchia con epicentro vicino a Izmit, 70 km a sud-est di Istanbul, e magnitudine 7,4 gradi Richter. Istanbul non ha subito danni rilevanti, ma l'area dell'epicentro, densamente abitata e industrializzata, ha subito effetti disastrosi. I morti hanno superato i 15000, è scoppiato un incendio nelle vicine raffinerie di Tupras, domato in cinque giorni e mezzo, e una frattura con dislocamento di 4 m si è formata nella base navale e i cantieri di Gölcük; per i danni alle autostrade si sono interrotte le comunicazioni fra Istanbul e Ankara. La regione era a rischio perché interessata da una faglia spezzata in tanti segmenti che si stende per 1000 km, parallela al Mar Nero, e passa nel Mar di Marmara a solo 30 km da Istanbul. L'ultimo terremoto si è avuto nel 1967, non lontano da Izmit, ed era stato preceduto da altri cinque terremoti che erano migrati verso ovest lungo la faglia.
La Turchia è una nazione molto sismica perché si trova fra due faglie: quella Nord Anatolia, lungo il Mar Nero, e quella Sud-Est Anatolia, lungo il Mediterraneo orientale. Nella prima avviene uno scorrimento verso ovest della placca araba rispetto a quella euro-asiatica, nella seconda avviene la subduzione e quindi la compressione verso nord della placca africana contro quella araba dell’Anatolia.